Nuovo mondo, intervista a Luca Amadasi (Rock the Baita)
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Nuovo mondo #4. Intervista a Luca Amadasi

Siamo alla ricerca di idee che ci aiutino a immaginare un “nuovo mondo”, per il settore culturale e non solo. Abbiamo intervistato Luca Amadasi, uno degli ideatori del Festival indie-rock Rock the Baita

Dopo due mesi di lockdown avevamo bisogno di idee che ci aiutassero a immaginare un “nuovo mondo”, per il settore culturale e non solo. Allora abbiamo scritto sei domande e le abbiamo mandate ad organizzatori di eventi, promotori di concerti, operatori culturali e direttori artistici attivi in Emilia.

Nuovo mondo è la raccolta delle loro risposte.

Quelle che vi proponiamo oggi sono di Luca Amadasi, Presidente dell’Associazione Culturale “MYTH”, uno degli ideatori del Festival indie-rock Rock the Baita, immaginato e realizzato nell’Appennino parmense e “inventato” insieme ad Alain Marenghi (Vancouver, Isabel at Sunset, Winter dies in June), Filippo Bergonzi “Cianzo” (Pecksniff, Winter dies in June) e Lorenzo Benassi. Luca è anche fondatore, insieme a Francesco Rabaglia (Big Pine Creek Recording Studio), dell’etichetta Spiagge Records.

Come hai passato il periodo del lockdown? E cosa ha comportato per il tuo gruppo di lavoro?

Rimettendo al centro di tutto la musica e le cose che avevo da tempo in programma di approfondire: la musica e i dischi ad esempio. Col “Comitato” (i quattro di Rock the Baita) abbiamo cazzeggiato in chat, e adesso stiamo capendo se un mini RTB si potrà fare o meno.


Nuovo mondo, intervista a Luca Amadasi
«In questo nuovo mondo vorrei essere meno preoccupato di sbagliare e meno timoroso di suonare al vicino di casa per dirgli: “fai due chiacchiere?”.»

Un’idea che vorresti realizzare, non appena sarà possibile

L’Associazione vorrebbe ampliare il proprio raggio d’azione e ci sarebbero due posti in città – Parma – che, quando i concerti saranno “normalmente” fruibili, mi piacerebbe utilizzare.


Il primo spettacolo a cui vorresti assistere

Vorrei che Father John Misty mi chiamasse per dirmi che sta arrivando in città e che vorrebbe fare una grigliata per poi suonare qualcosa. Comunque i Beach House e (sono di parte) i Winter dies in June.



Una cosa che si potrebbe fare per ripartire col piede giusto

Da operatore culturale mi piacerebbe che si tornasse ad avere visione, progettualità, al “divertiamoci perché il nostro lavoro è il più bello del mondo”. Purtroppo questa tendenza si era già smarrita prima della pandemia. Vediamo come ci si muoverà nel breve.


Dicono che il mondo non sarà più lo stesso… Tu come lo vorresti questo “nuovo mondo”?

Meno preoccupato di sbagliare e meno timoroso di suonare al vicino di casa per dirgli: “fai due chiacchiere?”.


Una canzone che ti ha accompagnato in queste settimane

Abbiamo curato una rubrica #ROMANTICSTRUGGLE sul portale ParmaRitrovata e abbiamo messo insieme una bella lista di canzoni che ho consumato. Dovessi scegliere la canzone dell’evasione mentre ero chiuso in casa ti direi “Texas Sun” di Khruangbin & Leon Bridges.