Mostre

Le mostre da vedere

“Parole e Immagini”, dedicata allo scrittore Orhan Pamuk, premio Nobel per la Letteratura nel 2006, e alla sua inedita produzione grafica, fino al 17 marzo al Labirinto della Masone, e le altre mostre da vedere in Emilia-Romagna e dintorni.


Pittura, scultura, fotografia, architettura, grafica, design. La nostra guida aggiornata alle mostre da vedere in programma a Reggio Emilia, Parma, Modena, Bologna, in Romagna, a Milano, Torino e in Toscana.



dal 10 marzo al 28 luglio 2024
Manuele Cerutti. Quem Genuit Adoravit
Reggio Emilia, Collezione Maramotti
Partendo da esperienze autobiografiche semplici quanto intense – la propria paternità e i primi anni di vita del figlio – il pittore torinese Manuele Cerutti espone, presso la Pattern Room della Collezione Maramotti, un nuovo corpus di dipinti e opere su carta specificamente sviluppato in una dimensione progettuale originale. L’artista si è focalizzato sulla creazione di un’entità destinata ad assumere, inaspettatamente, sembianze infantili: una creazione inconsapevole, quasi involontaria, che attinge largamente al vissuto vegetativo delle piante e, nella tradizione alchemica, dei minerali.

dal 9 marzo al 7 aprile 2024
Le Mistiche Nutelle. Good Vibrations – Musica per i vostri occhi
Reggio Emilia, Spazio Gerra
Con questo titolo che si rifà a un classico dei Beach Boys, le Mistiche Nutelle catturano le “Buone Vibrazioni” di brani, suggestioni acustiche, frammenti di cultura pop-rock e li riconsegnano al pubblico in forma di vibrazioni cromatiche e figurative filtrate dallo stile ludico che da sempre li caratterizza. Un percorso che attraverso fotografie, dipinti, ceramiche, assemblage e performance sollecita con ironia e leggerezza un dialogo scanzonato e liberatorio con le nostre intoccabili passioni musicali.

fino al 10 marzo 2024
Bob Watts. Enciclopedia dell’Impossibile
Reggio Emilia, VV8artecontemporanea
In continuità con la mostra “Flux Motus” della scorsa primavera, in esposizione una sequenza di opere realizzate in Italia da Bob Watts, uno degli artisti Fluxus statunitensi più importanti e conosciuti. Le serigrafie su tela prodotte dal collezionista ed editore veronese Francesco Conz nella seconda metà degli anni’80, in simbiosi con i principali esponenti del gruppo Fluxus, restano uno dei momenti più importanti dell’editoria artistica contemporanea e costituiscono un unicum non solo perché hanno dimensioni importanti, ma anche perchè gli artisti vi si sono dedicati con impegno straordinario. La memorabile serie di Bob Watts “Flux Med” (1987) fa parte di una narrazione, di un libro, di un’enciclopedia stravolta e impossibile.

fino al 10 marzo 2024
Un piede nell’Eden. Luigi Ghirri e altri sguardi
Reggio Emilia, Palazzo dei Musei
La mostra propone un’ampia riflessione sull’elemento naturale mettendo in dialogo tre esperienze che si svolgono all’incirca negli stessi anni e in cui fotografia, disegno e grafica fungono da dispositivi privilegiati nel ricollocare la natura all’interno del nostro orizzonte percettivo nel quale, spesso, occupa un ruolo secondario, di sfondo. Nel corridoio centrale, dedicato all’opera di Luigi Ghirri, sono presentate immagini realizzate prevalentemente in parchi e giardini fra il 1984 e il 1988, luoghi in cui, secondo l’autore, è possibile rivivere e sperimentare un sentimento di appartenenza con la natura. Luoghi a cui si rivolge dopo aver raccontato, negli anni precedenti, la profonda trasformazione delle prime aree naturali e agricole, segnando di fatto una svolta radicale nel modo in cui queste vengono percepite. Nella seconda parte è invece riallestita una selezione di fotografie provenienti da Giardini in Europa, mostra collettiva realizzata nel 1988 con la curatela di Luigi Ghirri e Giulio Bizzarri, in cui sono presentati gli esiti delle ricerche condotte in aree verdi in Italia e all’estero dagli artisti internazionali Andrea Abati, Olivo Barbieri, Giovanni Chiaramonte, Joan Fontcuberta, Mimmo Jodice, Gianni Leone, Francesco Radino, Olivier Richon, George Tatge, Ernesto Tuliozi, Fulvio Ventura, Verena Von Gagern e Cuchi White.

fino al 10 marzo 2024
Felicitazioni! CCCP – Fedeli alla linea. 1984 – 2024
Reggio Emilia, Chiostri di San Pietro
I CCCP – Fedeli alla Linea (Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, Annarella Giudici, Danilo Fatur) a 40 anni dall’uscita del loro primo EP “Ortodossia”, riaprono i cassetti di un archivio collettivo fatto di immagini, suoni, testi, abiti, scenografie ed esperienze. L’esposizione, che sottolineerà la forza dirompente dei testi e l’aura quasi mitologica che circonda il gruppo, ne ripercorrerà l’intera storia. Una storia che ha intercettato alcuni tra i nomi più caratterizzanti degli anni ’80, da Pier Vittorio Tondelli a Luigi Ghirri a Amanda Lear. Un percorso cronologico e antologico porterà il visitatore a scoprire i dischi pubblicati dai CCCP, la gestazione di ognuno di essi, il racconto del mondo che li circondava e a cui si sono ispirati e poi gli universi generati attraverso i suoni, i testi, gli abiti e le performance create. Il racconto cronologico lascerà anche spazio a ambientazioni immersive che ricostruiranno, attraverso installazioni sonore, video, parole e immagini, il caos dell’essere CCCP, le esperienze quotidiane delle varie fasi creative, le sperimentazioni e i concerti. Nei primi tre mesi di apertura la mostra ha superato le 25.000 presenze ed è stata prorogata fino al 10 marzo 2024.

fino al 10 marzo 2024
Giulia Andreani. L’improduttiva
Reggio Emilia, Collezione Maramotti
Per la sua prima mostra personale istituzionale in Italia, Giulia Andreani presenta un progetto composto da un corpus organico di nuovi dipinti, tra cui alcuni grandi formati, e di acquerelli concepiti per la Sala Sud della Collezione Maramotti. Facendo propria la tecnica del fotomontaggio e trasponendola in espressione pittorica, Andreani giustappone elementi estratti da immagini reali e dettagli di fantasia. Punto di partenza concettuale per “L’improduttiva” sono stati i materiali iconografici contenuti in alcuni archivi di Reggio Emilia, attraverso i quali Andreani ha indagato il contesto storico e socio-politico della città, focalizzandosi sulle nozioni di confino e di prigionia, strettamente connesse alla storia delle donne.

fino al 17 marzo 2024
Marionette e Avanguardia. Picasso Depero Klee Sarzi
Reggio Emilia, Palazzo Magnani
Una mostra-spettacolo assolutamente originale che racconta come le Avanguardie del Novecento hanno trovato nel tema dei burattini e delle marionette un suggestivo veicolo creativo. Da Pablo Picasso ai futuristi, dal Bauhaus nella Weimar degli anni Venti all’avanguardia russa, dagli esemplari più antichi, come i Pulcinella o gli Arlecchino della Commedia dell’Arte, fino a quelli di Otello Sarzi realizzati con materiali sperimentali. Nelle sale del piano terra si trova un palcoscenico dedicato al Teatro delle marionette e uno al Teatro dei burattini in cui vanno in scena senza sosta “performance” e “azioni teatrali” curati dalla Compagnia marionettistica Carlo Colla & Figli di Milano e dall’Associazione 5T di Reggio Emilia.

fino al 24 marzo 2024
Giulio Bizzarri. Arte divertissement pubblicità
Reggio Emilia, Palazzo dei Musei
A tre anni dalla scomparsa, i Musei Civici di Reggio Emilia celebrano uno dei più importanti intellettuali reggiani, Giulio Bizzarri, per ricostruire la figura complessa e poliedrica di un inesauribile creativo. Nato a Reggio Emilia nel 1947, Bizzarri si è affermato come professionista nel campo della comunicazione. Formatosi negli ambienti intellettuali delle neoavanguardie, Bizzarri collabora con Rosanna Chiessi a fianco di Corrado Costa e degli artisti modenesi, tra cui Franco Guerzoni, con il quale stringe un sodalizio di amicizia e lavoro duraturo nel tempo. Direttore creativo negli anni ’80 nel gruppo BBDO Italia, alle attività strettamente pubblicitarie ha sempre alternato esperienze di progettazione di eventi culturali tra le quali celebri la rassegna “I Porci Comodi”, organizzata dal Comune di Reggio Emilia nel 1981, e la mostra e le pubblicazioni legate a “Esplorazioni sulla via Emilia”, con Luigi Ghirri. Nel 1989 ha fondato a Reggio Emilia l’Università del Progetto (UdP). La mostra, a cura di Alessandro Gazzotti e Ernesto Tuliozi, cerca di ricostruire i molteplici aspetti del lavoro di Bizzarri, di ritrovare la sua presenza come autore (spesso nascosta da una sua forma naturale di ritrosia) e di ricostruire la sua identità culturale, decifrandone la complessa poetica attraverso gli archivi che documentano la sua attività, pubblica e privata.

fino al 24 marzo 2024
Parliamo ancora di me. Zavattini tra parola e immagine
Reggio Emilia, Musei Civici
La mostra, attingendo alla ricca collezione dei dipinti di Zavattini dei Musei Civici e al patrimonio documentario dell’Archivio Cesare Zavattini conservato presso la Biblioteca Panizzi, presenta una selezione di materiali in grado di restituire la propensione all’autoriflessione nell’esperienza culturale e artistica di Zavattini, facendo emergere la forte contaminazione tra forme della scrittura e della pittura, così come la dimensione transmediale della creatività artistica zavattiniana. L’esperienza culturale di Cesare Zavattini (1902-1989) si caratterizza per la poliedricità degli interessi e l’utilizzo di diversi mezzi espressivi, mantenendo costantemente una marcata dimensione “autobiografica” nel processo creativo.




fino al 10 marzo 2024
Marjolein Knottenbelt. No Time
Parma, DISPLAY
Tele dipinte ridotte in macerie accuratamente conservate e accatastate, una pila di lettera mai aperte, una camicia ormai vintage che nessuno ha mai indossato e uno specchio interamente avvolto da una carta da parati retrò. Dietro le immagini e dietro gli oggetti, dove una vita scompare un’altra comincia, apparentemente, nel vuoto. L’avvicendarsi dei fenomeni di scomparsa e riemersione dei significati dettano ritmi e passaggi nelle varie fasi del ciclo di vita delle immagini e degli oggetti manipolati e raccolti da Marjolein Knottenbelt (Rotterdam, 1972). Attraverso le sue opere, l’artista evidenzia una natura transitoria ed erratica, che disfa nel tempo le sue origini per rinnovarsi attraverso un’immaginazione relativa, individuale, futuribile.

dal 9 marzo al 29 giugno 2024
Fake, ingannati e ingannatori
Parma, Museo d’Arte Cinese ed Etnografico
Un viaggio nel falso tra le culture del mondo. Il tema del falso d’arte, così come del falso storico, arrovella critici e studiosi d’arte e anche nell’etnografia e nelle arti asiatiche le carte si possono mescolare, gli stili confondere e si può facilmente tornare indietro nel tempo utilizzando stilemi e tecniche del passato con manualità e sensibilità contemporanee. Tutte le 23 opere di questa mostra, fino ad oggi mai esposte al pubblico, sono state oggetto nel Novecento di grande dibattito tra gli studiosi, alcuni schierati sulla originalità delle stesse, altri sulla loro evidente falsità.

fino al 17 marzo 2024
Orhan Pamuk. Parole e immagini
Parma, Casa della Musica e Musei della Musica
Una nuova, grande mostra dedicata allo scrittore Orhan Pamuk, premio Nobel per la Letteratura nel 2006, e alla sua inedita produzione grafica. Da più di dieci anni, giorno dopo giorno, l’autore turco riempie le pagine dei suoi taccuini di paesaggi variopinti, spesso onirici, accompagnati da parole che si fanno a volte mare, a volte pioggia, a volte cielo fondendosi con l’immagine: di questi taccuini, dodici saranno esposti e commentati in un percorso immersivo, reale e spettacolare insieme. Fino ad oggi questa moltitudine sorprendente di opere, celate tra le pagine dei diari di Pamuk, è rimasta sconosciuta anche agli estimatori più attenti dell’autore turco. Attraverso speciali installazioni interattive, video e allestimenti multimediali i visitatori potranno scoprire una dimensione inedita dello scrittore, un mondo in cui si sciolgono i confini tra pittura e scrittura, tra alfabeto, segno e gesto: gli uni e gli altri si completano mostrando la forma più vicina al pensiero dell’artista.

fino al 24 marzo 2024
Visioni (im)possibili
Parma, Palazzo Pigorini e CSAC – Abbazia di Valserena
La mostra d’avvio di una collaborazione triennale che lega il Centro Studi e Archivio della Comunicazione – CSAC dell’Università di Parma e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Parma. Un progetto che parte con un focus sugli anni Sessanta visti “in chiave Bauhaus” per poi dipanarsi, nei prossimi anni, sui Settanta e gli Ottanta. Fucina delle iniziative sono le inesauribili collezioni che CSAC può vantare, un tesoro a dir poco straordinario di oltre 12 milioni di pezzi. Una mostra in due sedi, con percorsi di rilettura e approfondimento sulla sperimentazione creativa degli anni Sessanta del Novecento attraverso un’ampia selezione di opere d’arte, fotografie, progetti di architettura, moda, design e grafica conservati nelle raccolte dell’archivio-museo universitario.

fino al 31 marzo 2024
Amedeo Bocchi. In punta di matita
Parma, APE Parma Museo
Con questa mostra, a cura di Carla Dini, prosegue l’attività di valorizzazione e divulgazione dell’opera dell’artista di origini parmigiane Amedeo Bocchi da parte di Fondazione Monteparma, del quale detiene un corpus di oltre 300 opere. Nella ricorrenza del 140° anniversario della sua nascita, la mostra propone un allestimento inedito e affascinante interamente dedicato ai suoi disegni, con l’esposizione di oltre 120 pezzi. Una produzione molto diversificata, per dimensione, tecnica e grado di finitura: opere meno conosciute dei dipinti ma non di minor pregio e interesse, soprattutto per la loro capacità di rivelare le peculiarità dell’artista.

fino al 1 aprile 2024
Impronte. Noi e le piante
Parma, Palazzo del Governatore
Un’esposizione unica nel suo genere che ripercorre in oltre 200 oggetti figurativi (erbari storici, illustrazioni botaniche, stampe in nature printing e xiloteche, ma anche fotografie moderne e immagini ad alta tecnologia) il rapporto inesauribile che lega umanità e natura, botanica e immagini, scienza e arte. La mostra prevede anche visite guidate, laboratori didattici riservati a giovani esploratori accompagnati dai propri insegnanti e un concorso per giovani illustratori.

fino al 21 aprile 2024
Luca Campigotto. Atlante sentimentale
Parma, ColonneVentotto
Le fotografie di Luca Campigotto rivelano un appetito insaziabile per la visione diretta della realtà. C’è un desiderio conoscitivo abnorme all’origine degli scatti del fotografo veneziano, il desiderio di vedere, di toccare con mano i luoghi della terra che non si conoscono. È curioso che, immersi da decenni in un mondo in cui lo sviluppo illimitato dell’industria turistica ha livellato differenze e identità, Campigotto navighi in direzione contraria, spinto dall’ostinato desiderio di sperimentare la varietà e la diversità dei luoghi nell’epoca della globalizzazione. “Atlante sentimentale”, la mostra antologica con scatti inediti allestita a ColonneVentotto, ci mette di fronte a questo dubbio conoscitivo, e le visioni di Campigotto, che nascono da una concezione teatrale della fotografia di paesaggio, il cui culmine sono i suoi scatti di una Venezia che non esiste nella realtà, perché priva di presenze umane, tendono a irretire l’osservatore più recalcitrante.

fino al 30 giugno 2024
Viaggio nella musica di Miecio Horszowski
Parma, Casa della Musica e Musei della Musica
Parma rende omaggio al pianista polacco Miecio Horszowski, per far scoprire questa figura unica e originale che ha attraversato tutto il ‘900, figura già legata alla città, alla quale fu donato nel 2015 il suo archivio, in virtù del legame e dell’amicizia con Arturo Toscanini, il celebre direttore d’orchestra parmigiano. L’esposizione sarà altamente inclusiva, grazie alla sperimentazione di linguaggi e forme espressive innovativi.





dal 8 marzo al 5 maggio 2024
Corrispondenze
Modena, FMAV – Palazzo Santa Margherita
Corrispondenze è il progetto vincitore di Strategia Fotografia 2023, il bando promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, che coinvolge sette artisti italiani emergenti invitandoli a produrre un’opera inedita a partire dal confronto con le importanti collezioni di fotografia custodite da FMAV. I sette artisti italiani emergenti coinvolti sono Silvia Bigi, Federico Clavarino, Teresa Giannico, Orecchie d’Asino, The Cool Couple, Vaste Programme, Alba Zari. Chiara Dall’Olio e Daniele De Luigi, curatori del progetto, hanno chiesto loro di scegliere opere di maestri del passato, presenti nelle collezioni gestite da FMAV, in cui potessero trovare una radice del proprio lavoro o una risonanza della propria pratica. 

dal 8 marzo al 25 agosto 2024
Zitt! Zitt! Arriva Lupo Alberto. Silver, 50 anni da lupo
Modena, FMAV – Palazzo Santa Margherita
Una mostra, a cura di Francesca Fontana e Lorenzo Respi, che celebra i 50 anni del fumetto Lupo Alberto, esordiente nel 1974 sulle pagine del Corriere dei Ragazzi. Nato in terra modenese dalla matita di un giovanissimo Guido Silvestri aka Silver (Carpi, 1952), insieme a tutta la fattoria McKenzie riesce in breve tempo a conquistare il cuore degli italiani garantendosi una longevità che pochi altri fumetti possono vantare: basti pensare che il periodico del Lupo ha superato i 440 numeri. 

fino al 15 marzo 2024
Il sesso nelle camere d’albergo
Modena, Galleria Metronom
La mostra collettiva, curata da Marcella Manni, include una selezione di lavori realizzati dagli artisti Bruno Cattani, Kamilia Kard, Lisa Kereszi, Marco Signorini e Attilio Solzi, frutto di ricerche che testimoniano punti di vista ed estetiche differenti, ma accomunate da coerenza e motivate sul piano teorico e concettuale. Bruno Cattani esalta le forme del corpo tramite la tecnica statuaria, alla ricerca di una bellezza sublimata; Kamilia Kard restituisce al corpo della donna il valore primitivo, seppur sensuale, in contrasto con quella che è la contemporanea rappresentazione della forma femminile; Lisa Kereszi documenta per sei anni il magnetismo e l’eleganza seducente delle esibizioni di New Burlesque, restituendo una narrazione che è fantasia e libertà; Marco Signorini usa le immagini anziché le lettere per giocare all’anagramma, combinando digitalmente parti del corpo, nude così da permettere un’astrazione, e creando nuovi linguaggi; Attilio Solzi intreccia parole e performance in una ricerca che si rivela essere interiore, dove corpi tatuati, nudi o seminudi, interagiscono con luoghi ricoperti di graffiti. Il titolo della mostra prende spunto da un libro di Geoff Dyer. 

fino al 1 aprile 2024
Paolo Monti e Modena 1973-2023
Modena, Biblioteca Delfini e online
Nell’agosto del 1973 su incarico dell’amministrazione comunale, il fotografo Paolo Monti realizza una campagna fotografica sul centro storico della città di Modena. Il risultato della campagna è una raccolta di oltre duemila immagini, tra stampe in bianco e nero e diapositive a colori. A distanza di cinquant’anni, le immagini di Monti vengono proposte al pubblico con una mostra/installazione presso il chiostro della Biblioteca Delfini e una mappa digitale interattiva.

fino al 1 maggio 2024
Il rumore della memoria. Arte e impegno civile per i 50 anni del Museo al Deportato
Carpi (MO), Palazzo dei Pio
Inaugurata nel Giorno della Memoria che commemora le vittime dell’Olocausto, l’esposizione costituisce una testimonianza dell’impegno morale dell’arte nel risvegliare le coscienze di fronte al declino delle democrazie in Europa e alla sconsiderata follia dei campi di sterminio, attraverso una selezione di 71 opere, tra dipinti, sculture e grafiche, proveniente da raccolte pubbliche e private, di autori quali Pablo Picasso, con le incisioni Sogno e menzogna di Franco I e II (1937), Julio Gonzales con il disegno Studio di figura che grida (1941), Corrado Cagli con la serie di disegni Buchenwald (1945), Emilio Vedova con il dipinto Incendio del villaggio (1945).





fino al 2 marzo 2024
Bildungsroman
Bologna, Palazzo Fava
La seconda personale di Giulia Marchi a LABS Contemporary Art è un’inedita ricerca fotografica che indaga il concetto di formazione attingendo dal percorso formativo intellettuale dell’artista che spazia dalla letteratura, alla pittura e alla cinematografia. Giulia Marchi (Rimini, 1976) ha studiato lettere classiche all’Università di Bologna e attualmente insegna Fotografia alla LABA Libera Accademia di Belle arti di Rimini, oltre a collaborare frequentemente con università e spazi museali come visiting lecturer.

fino al 16 marzo 2024
CANEMORTO. The Painting Race
Bologna, Palazzo Vizzani
A Palazzo Vizzani, sede dell’associazione bolognese Alchemilla, ha aperto al pubblico “The Painting Race”, progetto espositivo e performativo del trio di artisti CANEMORTO, a cura di Antonio Grulli. “The Painting Race” prevede la messa in scena di sei “quadri radiocomandati” provvisti di ruote, disposti all’interno di un circuito chiuso che attraversa tutte le sale dello spazio espositivo e mira a ribaltare la percezione comune dei dipinti su tela, oggetti preziosi, statici e intoccabili che normalmente vanno ammirati senza contatto fisico. All’interno della mostra, al contrario, i dipinti diventano opere mobili, a disposizione del pubblico per essere pilotati lungo il tracciato che si snoda attraverso le suggestive sale settecentesche di Alchemilla.

fino al 24 marzo 2024
Sergio Lombardo 1960-1970
Bologna, Villa delle Rose
La sede espositiva di Villa delle Rose accoglie la mostra “Sergio Lombardo 1960-1970”, che intende gettare una nuova luce sul decennio iniziale della carriera dell’artista e psicologo romano, nel cruciale passaggio dagli esordi alla fine degli anni Cinquanta al distacco dalla pratica pittorica per intraprendere il percorso di ricerca concettuale che caratterizza le sue opere dal 1965 in poi.

fino al 4 maggio 2024
L’altra sorgente
Bologna, Galleria Enrico Astuni
Il progetto curatoriale di Maura Pozzati vede esposti in galleria vecchi e nuovi lavori, tra cui alcune opere inedite realizzata ad hoc per l’occasione: dal video alla fotografia, dalla scultura alla pittura, dall’installazione al disegno. La mostra mette in dialogo cinque artiste molto diverse tra loro – Marion Baruch, Suzanne Lacy, Sabrina Mezzaqui, Maria Nepomuceno, Sabrina Casadei – che parlano di femminile, di lavoro collettivo, di pratica partecipativa, di arte performativa socialmente impegnata, di rapporto con la natura, di quotidianità, di sacralità, di connessioni ancestrali e di energia vitale, ognuna con la propria voce, cultura, esperienza e metodologia di lavoro.

fino al 24 aprile 2024
Non ho parole
Bologna, Spazio Labo’ – Project room
“Non ho parole”, un progetto realizzato da Officina 3AM e Anna Dalla Via, è una ricerca che affida alla grafica il compito di sensibilizzare in modo efficace e immediato su un tema molto attuale e ancora poco approfondito: quello del sessismo e del linguaggio di genere, cioè quello che definisce il genere maschile e femminile, fondandosi sulla superiorità di un genere o un sesso sull’altro. Come viene solitamente descritto l’universo femminile attraverso le parole? E che peso hanno le parole nel descrivere la realtà? Da queste domande è nata l’idea di una pubblicazione illustrata che – attraverso una serie di interpretazioni grafiche e provocazioni visive – vuole invitare a riflettere su valore e forza delle parole, oltre che sulla scarsa consapevolezza con cui le usiamo abitualmente, evidenziando come nel tempo il linguaggio che definisce il genere femminile e maschile sia rimasto fondamentalmente invariato e legato a degli stereotipi.

fino al 5 maggio 2024
Ludovica Carbotta. Very Well, on My Own
Bologna, MAMbo | Sala delle Ciminiere
La prima mostra antologica dedicata in Italia all’artista Ludovica Carbotta (Torino, 1982) prende avvio da una ricerca sull’individualità e sul rapporto con lo spazio pubblico nell’accezione tangibile di città e, in quella astratta e infrastrutturale, di istituzione. Il titolo “Very Well, on My Own” rimanda a una specifica idea di privacy e individualità in cui ognuno cerca riparo per far fronte alle ingerenze del mondo esterno e della propria psiche. In un mondo caratterizzato da una sovra-esposizione delle nostre soggettività, quotidianamente associate ai concetti di “prestazione” e “visibilità”, l’esposizione suggerisce una diversa postura in cui la persona e la sua cura diventano generativi sia sul piano soggettivo che collettivo.

fino al 16 giugno 2024
Stregherie
Bologna, Palazzo Pallavicini
Una mostra che unisce oscene incisioni antiche, inquietanti opere d’arte contemporanea, testi cinquecenteschi maledetti e talismani storici, per spalancare una finestra sul mondo arcano e sulla figura affascinante della strega. Per la prima volta a Bologna, una vastissima collezione di trattati di magia occulta, feticci e strumenti rituali per raccontare ed evocare i riti, le storie e il folclore delle streghe, con una sezione speciale su Gentile Budrioli, la “strega enormissima” di Bologna.

fino al 30 giugno 2024
Vertigo – Video Scenarios of Rapid Changes
Bologna, MAST
La mostra, a cura di Urs Stahel, raccoglie il lavoro di 29 artisti internazionali che affrontano il tema delle mutazioni della società attraverso il mezzo della videoarte. 34 opere video analizzano, commentano, approfondiscono e indagano il rapido cambiamento in ambiti come il lavoro e i processi produttivi, il commercio e i traffici, i nuovi comportamenti, la comunicazione, l’ambiente naturale, il contratto sociale. Quale mezzo artistico è più indicato dell’immagine in movimento per restituire, appunto, l’idea della trasformazione, della transizione e, infine, della vertigine che provoca questa mutazione continua? La mostra è strutturata in sei sezioni tematiche accompagnate da una serie di “Intermezzi“, video installazioni disseminate lungo il percorso espositivo che fungono da commenti agli eventi che costellano il presente, allo stato del mondo, alla condizione globale.

fino al 2 giugno 2024
Mimmo Paladino nel Palazzo del Papa
Bologna, Palazzo Boncompagni
Ancora una volta una mostra che vede un grande artista contemporaneo esporre le sue opere negli splendidi spazi cinquecenteschi del Palazzo che fu la dimora di Papa Gregorio XIII. Curata da Silvia Evangelisti, la mostra presenta una ventina di importanti opere, dipinti e sculture di grandi dimensioni significative della poetica dell’artista, a documentare la sua ricerca negli ultimi vent’anni. Artista a tutto tondo, Paladino si è misurato con successo con molteplici linguaggi creativi, dalla pittura e scultura, dalla scrittura alla scenografia teatrale e alla regia cinematografica, portando in ogni ambito la sua particolare poetica.

fino al 7 luglio 2024
Mary Ellen Bartley: Morandi’s Books
Bologna, Museo Morandi
La mostra della fotografa americana Mary Ellen Bartley si inserisce nel solco di una pratica collaudata dal Museo Morandi ormai da anni: creare relazioni tra l’opera degli artisti contemporanei e quella di Giorgio Morandi, al fine di gettare nuova luce sulla reale portata culturale del suo lavoro e riaffermare il suo ruolo di primo piano nell’immaginario culturale globale, nonché la sua influenza sulla cultura visiva internazionale. Dopo aver visitato lo studio e la casa di Morandi nel 2020, Bartley ha realizzato un lavoro poetico basato su fotografie di sue personali composizioni composte con i libri appartenuti a Morandi e oggi esposti nella dimora di via Fondazza.

fino al 4 agosto 2024
Bologna Fotografata. Persone, luoghi, fotografi
Bologna, Sottopasso di Piazza Re Enzo
Nuovamente “Bologna Fotografata”, come la prima fortunata mostra allestita nel 2017. Un percorso cronologico che va dalla fine dell’Ottocento ai primi anni Novanta del Novecento arricchito da “un nuovo racconto – spiega il curatore Giuseppe Savini – compiuto utilizzando i ritratti, le foto di cronaca, le immagini pubblicitarie, le schede della questura, gli album di famiglia e molto altro”.





fino al 17 marzo 2024
Silvia Camporesi. Sommersi salvati

Ferrara, Castello Estense – Sala dei Comuni
La mostra racconta una storia di libri e di passione. Tanti libri, piccoli e grandi, soprattutto di storia e teologia, custoditi nella biblioteca del Seminario Vescovile di Forlì; libri improvvisamente sommersi dall’acqua e dal fango nel corso dell’alluvione che ha colpito violentemente l’Emilia Romagna lo scorso maggio; libri provvidenzialmente e faticosamente salvati dagli uomini, che da loro ricevono da sempre nutrimento. Le fotografie di Silvia Camporesi, assieme al video di Mara Moschini e Marco Cortesi, raccontano questo tragico quanto imprevedibile evento e soprattutto quello che ha generato: una straordinaria, convinta e struggente difesa della memoria grazie all’opera di cittadini, volontari e forze dell’ordine che hanno lavorato nel fango senza sosta per portare in salvo gli “abitanti” della biblioteca forlivese.

fino al 3 giugno 2024
Nino Migliori. Una ricerca senza fine

Ferrara, Castello Estense
La fotografia di Nino Migliori (Bologna, 1926) è in perenne movimento. Questa antologica, a cura di Denis Curti, ripercorre la sua “ricerca senza fine” condotta dal 1948 ad oggi: dagli scatti di sapore neorealista, che raccontano l’Italia degli anni Cinquanta, e dalle serie dei Muri e dei Manifesti strappati, dove mostra affinità con la pittura informale europea, alle sperimentazioni concettuali con cui indaga aspetti trascurati o non previsti del linguaggio fotografico (la reazione dei materiali, il ruolo cosciente del caso, quello del tempo, la presenza fisica e gestuale dell’artista), e alle opere che evidenziano un particolare interesse per la comunicazione visiva nel suo insieme.



dal 10 marzo al 30 giugno 2024
Christian Holstad. Salve

Cotignola (RA), Museo Civico Luigi Varoli
All’interno del museo dedicato all’artista della cartapesta Luigi Varoli, la mostra di Christian Holstad (Anaheim, California, 1972) si focalizza sulla spiccata sensibilità di Holstad per diverse tematiche collegate all’utilizzo della tecnica della cartapesta nella sua dimensione profonda. L’evento espositivo si articola in due atti indipendenti, il primo sarà presentato in occasione dell’inaugurazione di sabato 9 marzo e prevede l’esposizione di una grande installazione inedita di Holstad, oltre a sculture di carta realizzate dall’artista alla fine degli anni Novanta, assieme a una nuova produzione di questo ciclo di opere, appositamente ideata per l’occasione. Il secondo atto, Hello, che aprirà al pubblico sabato 12 aprile, sarà invece dedicato ai disegni realizzati con carta di giornale, provenienti da diverse collezioni private.

fino al 17 marzo 2024
Enrico Minguzzi. Animali da fiore

San Marino, Pinacoteca San Francesco
L’esposizione, a cura di Paolo Rondelli, presenta la produzione artistica recente di Enrico Minguzzi (Cotignola, Ravenna, 1981) con 11 dipinti inediti e un’installazione site-specific composta da 34 elementi. Il titolo “Animali da fiore” è un’antinomia che suggerisce una classificazione impossibile. Nei dipinti di Minguzzi, tutti realizzati nell’ultimo anno, sono raffigurati esemplari frutto di una proiezione immaginifica di un incontro tra forme di origine animale e vegetale. Negli dipinti in mostra, la pittura di Minguzzi si evolve alla ricerca della vita: somma per poi togliere, scavare, far risaltare stratificazioni e sfumature vivide pur nei colori minerali che spesso richiamano visioni di rocce policromatiche.

fino al 5 maggio 2024
Claudio Montini. The End. Paesaggio con dolcissima fiera

Cotignola (RA), Ex Ospedale Testi
La mostra, a cura di Massimiliano Fabbri e Federico Settembrini, documenta e presenta per la prima volta un corpo consistente della sorprendente produzione del pittore cotignolese Claudio Montini (1956-2021), offrendo uno sguardo su di una ricerca sommersa ma potente, complessa e quasi sconosciuta al pubblico. Il progetto espositivo è accompagnato da un catalogo, a cura di Marilena Benini, che raccoglie una settantina di opere, di cui una sessantina figurano in mostra, a disegnare un percorso espositivo che non procede in ordine cronologico ma che accosta per affinità, soggetti e stesure pittoriche, temi e temperature, superfici e scenari, creando stanze narrative e teatrali, come ambienti abitati da apparizioni e presenze.

fino al 30 giugno 2024
Preraffaelliti. Rinascimento Moderno

Forlì, Museo Civico San Domenico
Il nome esprime il rifiuto del “raffaellismo” e dei “raffaelliti”, la critica di ogni forma accademica, la contestazione del rigorismo formale della Royal Academy, così legata al classicismo dopo Raffaello. I Preraffaelliti cercavano la fedeltà alla natura, la visione pura della realtà delle cose; i loro colori erano vividi e schietti, quando il carbone delle ciminiere anneriva il cielo e le case. Cercavano nelle fonti letterarie l’ispirazione all’assoluto e la passione d’amore, mentre l’economicismo della Rivoluzione industriale mostrava una modernità contraddittoria e socialmente diseguale. Eppure non furono dei passatisti. La loro non fu né una rivoluzione conservatrice, né una rivolta reazionaria. Aprirono al Simbolismo e all’Art Nouveau. Furono la prima avanguardia, il primo movimento che avrebbe aperto la strada a esperienze poi così diverse e persino contrapposte del Novecento europeo.



fino al 10 marzo 2024
Ron Mueck
Milano, Triennale
La prima mostra personale in Italia dello scultore australiano Ron Mueck, le cui opere, realiste eppure misteriose, creano immediata empatia con il visitatore. Il percorso espositivo si compone di sei sculture e comprende l’installazione monumentale Mass del 2017, proveniente dalla collezione della National Gallery of Victoria, Melbourne, ed esposta in Europa per la prima volta. La mostra presenta anche nuovi lavori che illustrano l’evoluzione nella pratica scultorea di Mueck e opere simbolo della sua carriera appartenenti alla collezione di Fondation Cartier.

fino al 1 aprile 2024
Juergen Teller. i need to live
Milano, Triennale
Il fotografo tedesco Juergen Teller – attivo dalla prima metà degli anni Novanta – è noto in tutto il mondo per le sue opere raffiguranti personaggi famosi, i provocatori editoriali per importanti pubblicazioni e le originali campagne di moda. Tra le oltre 1.000 opere esposte in mostra si trovano sia lavori personali che opere su commissione, immagini note e delle nuove serie fotografiche, oltre a video e a installazioni.

fino al 30 giugno 2024
Martin Parr. Short & Sweet
Milano, Mudec
A partire dai primi lavori in bianco e nero fino ai temi più cari a Parr – dalle ‘vite da spiaggia’ al turismo – il progetto espositivo, curato in prima persona dall’artista, espone oltre 60 fotografie selezionate da Parr appositamente per questo progetto e presentate insieme al corpus di immagini della serie che lo ha reso famoso, Common Sense, con oltre 200 fotografie tra le 350 esposte nella mostra omonima del 1999 che esplorano la realtà plastificata e pacchiana del mondo occidentale.

fino al 21 luglio 2024
Chiamare a raduno. Sorelle. Falene e fiammelle. Ossa di leonesse, pietre e serpentesse
Milano, Pirelli HangarBicocca
La personale di Chiara Camoni (Piacenza, 1974) è un paesaggio fantastico in cui immergersi e perdersi. In mostra il corpus di opere più ampio mai presentato dell’artista italiana con nuove produzioni, concepite e realizzate appositamente per la mostra, e opere storiche che offrono una riflessione sul femminile, sulla dimensione spirituale e mistica della realtà, sulle relazioni tra cultura e storia e sui gesti quotidiani che danno forma alle nostre esistenze. Una pratica che intreccia sfera spirituale e dimensione artigianale attraverso l’utilizzo di molteplici forme espressive dal disegno alle stampe vegetali, dal video alla scultura e alla ceramica.





fino al 17 marzo 2024
Land in Land out
Firenze, Gli Uffizi – museo vasariano
Sedici artisti contemporanei, otto italiani e otto belgi, si confrontano con il formato panoramico 16:9, esponendo coppie di opere in dialogo con i capolavori della Galleria degli Uffizi, tra i quali dipinti di Fra Bartolomeo, Giovanni Bellini, Ambrogio Lorenzetti, Simone Martini e Lippo Memmi, Tintoretto, Veronese. La scelta del formato sedici noni quale ‘filo conduttore’ della mostra, rappresenta il tentativo dell’arte di far riscoprire il senso più intimo e profondo del guardare rappresentato nell’epoca contemporanea dal formato del cellulare ma, soprattutto, misura della psico-visione umana, con l’intenzione di mettere in risalto la relazione che intercorre tra l’opera d’arte e l’osservatore e quale sia il metro percettivo che usiamo per definire ciò che divide noi e la dimensione immaginata dell’opera.

fino al 4 aprile 2024
Namsal Siedlecki. Endo
Firenze, Museo Novecento
La pratica artistica di Namsal Siedlecki (1986, Greenfield, USA) indaga la natura processuale e trasformativa dei materiali. Le sue opere, che spesso uniscono la maestria artigianale alle più moderne tecnologie, sono concepite quasi sempre come oggetti in evoluzione, mai statici, che nel loro perpetuo ridefinirsi rendono omaggio alle infinite possibilità della forma e a un’idea di arte come materia viva, pulsante. Endo è un grande dispositivo scultoreo che nasce da queste suggestioni e si alimenta di riferimenti tanto all’alchimia, alla chimica e all’anatomia, quanto alla plastica dei maestri del Novecento, alla fascinazione per le macchine celibi e la robotica.

fino al 30 aprile 2024
Centro Pecci Commissione 2023. Adelaide Cioni
Prato, Centro Pecci
Per la prima edizione di Centro Pecci Commissione, nuovo progetto appositamente pensato per la sala più grande e capiente dell’Ala Nio, il direttore Stefano Collicelli Cagol ha invitato l’artista Adelaide Cioni (Bologna, 1976, vive e lavora a Spoleto). Il suo lavoro si confronta con la tradizione del disegno, della pittura e della performance partendo dall’utilizzo dei tessuti. Per l’occasione, Cioni ha realizzato l’opera Il mondo, 2023 grazie al sostegno dell’azienda tessile Bellandi Spa, sponsor tecnico dell’iniziativa. Il mondo ricopre i muri perimetrali della sala e si ispira a elementi astratti e naturali. Alle pareti più alte sono appese tre grandi tele bianche, a ciascuna di esse sono cucite serie di croci, cerchi e triangoli, segni ancestrali realizzati con panni di lana colorata.



fino al 24 marzo 2024
Fabio Mauri. Esperimenti nella verifica del Male
Rivoli (TO), Castello di Rivoli
In occasione della donazione al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea della grande installazione “I numeri malefici”, 1978, realizzata da Fabio Mauri (Roma, 1926 – 2009) per la XXXVIII Biennale di Venezia, il Museo presenta la mostra “Fabio Mauri. Esperimenti nella verifica del Male”. Artista e intellettuale, Fabio Mauri nasce a Roma nel 1926 e inizia a pubblicare i suoi primi disegni e articoli quando aveva solo sedici anni sulla rivista “Il Setaccio” che aveva fondato insieme a Pier Paolo Pasolini a Bologna nel 1942. Ben presto il secondo conflitto mondiale investe violentemente la vita di Mauri: un trauma che lo porta successivamente a creare forme d’arte che attraversano la performance, l’installazione, il disegno, la scrittura, il tutto riferendosi alla pittura come simbolo dell’arte in generale. Attraverso oltre cento opere su carta e una collezione inedita di diari e libri provenienti dall’archivio dell’artista, questa mostra vuole mettere in luce alcuni tratti salienti del suo grande “Esperimento del mondo”.

fino al 14 aprile 2024
Ugo Mulas. I graffiti di Saul Steinberg a Milano
Torino, CAMERA – Project Room
Nel 1961 Saul Steinberg realizza una straordinaria decorazione a graffito dell’atrio della Palazzina Mayer a Milano, su commissione dello Studio BBPR che ne seguiva la ristrutturazione. Un lavoro importante, che seguiva altre analoghe imprese compiute dal grande disegnatore e illustratore negli Stati Uniti nel corso del decennio precedente. A lavoro compiuto, Steinberg chiede a un giovane Ugo Mulas di testimoniare l’opera, nella sua interezza e nei particolari. Per aiutare il fotografo nel suo lavoro, l’artista redige anche un breve testo che spiega l’iconografia e il senso del suo lavoro, una riflessione sul labirinto a partire dalla Galleria Vittorio Emanuele di Milano, città nella quale Steinberg aveva vissuto prima della guerra. Nel 1997 la palazzina sarà nuovamente ristrutturata, e i graffiti distrutti: oggi, di quello splendido intervento rimangono solo le fotografie di Ugo Mulas, capaci di restituire insieme il documento dell’opera e la sua interpretazione.

fino al 5 maggio 2024
Contemporary Monogatari: nuove narrazioni giapponesi
Torino, Mao – Museo d’arte orientale
Un delicato kesa, il mantello rituale buddhista, accanto a un minimale kimono fatto di corda annodata; la struttura imponente delle armature dei samurai di fianco ai video delle performance “Umbrella dance” e “In the garden”; le stampe lignee ottocentesche in dialogo con le fotografie che raffigurano attori kabuki: nel nuovo riallestimento della galleria giapponese del MAO, che accosta opere delle collezioni permanenti e lavori dell’artista giapponese Kazuko Miyamoto (Tokyo, 1942), convivono epoche e linguaggi diversi, che offrono punti di vista distanti ma collaterali su tematiche e simboli ricorrenti e stratificati.

fino al 2 giugno 2024
Simone Forti
Torino, GAM – Videoteca
Un’esposizione dedicata a Simone Forti (Firenze 1935), artista tra le più influenti nello sviluppo delle pratiche performative contemporanee. La mostra, a cura di Elena Volpato, pone in dialogo due recenti acquisizioni della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT: opere storiche realizzate da Forti all’inizio degli anni Settanta: un video, “Bottom”, del 1973 e una serie di 4 disegni, “Illuminations”, del 1972. Movimento e suono, la loro inestricabile relazione, è ciò che lega le opere esposte. Il suono si propaga. I corpi e l’intero ambiente rispondono e al contempo determinano quelle vibrazioni. Forti mette in risonanza sé stessa e il mondo attorno. L’intero suo percorso artistico agisce come un diapason: assorbe e crea onde attraverso lo spazio, siano esse fatte di gesti, di voci o di musica.





dal 24 febbraio al 19 maggio 2024
I M A G I N E W O R L D S. allora, dopo, oggi
Merano (BZ), Kunst Meran Merano Arte
La mostra, a cura di Harald F. Theiss, è parte del progetto “NIBELUNGEN: il ritorno”, incentrato sul manoscritto del “Nibelungenlied” [Cantare dei Nibelunghi], risalente al 1300 circa, il più importante poema epico della letteratura tedesca medievale. La mostra esplora, con gli strumenti dell’arte, la rilevanza sociopolitica e le formazioni delle funzioni identitarie, puntando sull’incontro tra linguaggio visivo e scritto. A partire da opere di arte contemporanea internazionali e da un progetto partecipativo, permette riflessioni critiche, contestualizzazioni e ricostruzioni di qualcosa che va oltre alla semplice narrazione tradizionale: interroga la memoria collettiva e il rapporto tra la costruzione e la decostruzione di miti eurocentrici in un’epoca di ridefinizione post-coloniale e post-migratoria del mondo.

fino al 14 aprile 2024
Global painting. La Nuova pittura cinese
Rovereto (TN), Mart
A dieci anni esatti dalla presentazione di Passage to History: 20 Years of La Biennale di Venezia and Chinese Contemporary Art alla 55. Biennale d’Arte, una nuova generazione di artisti cinesi si presenta all’Europa con una mostra itinerante, a cura Lü Peng e Paolo De Grandis. Attraverso il lavoro di 24 giovani artisti, Global Painting. La Nuova pittura cinese restituisce una delle ultime tendenze artistiche del paese, che segna un importante passaggio storico. Esponenti di un movimento artistico identificato nel contesto cinese come Nuova pittura, i protagonisti di questo orientamento professano il ritorno alla pittura come linguaggio artistico privilegiato.

immagine in evidenza: Orhan Pamuk, Pagina da taccuino originale. Courtesy Orhan Pamuk. Foto di Emre Dörter