Mostre

Le mostre da vedere

“Una ricerca polivalente”, fino al 13 ottobre al MAMbo di Bologna, celebra le attività, a circa cinquant’anni dalla fondazione e a trenta dalla chiusura, del Centro Video Arte di Ferrara, unica istituzione artistica espressamente dedicata in Italia alla produzione di video-tape. Trovate questo e molto altro alla pagina dedicata alle mostre da vedere in Emilia-Romagna e dintorni.


Pittura, scultura, fotografia, architettura, grafica, design. La nostra guida aggiornata alle mostre da vedere in programma a Reggio Emilia, Parma, Modena, Bologna, in Romagna, a Milano, Torino e in Toscana.



dal 15 giugno al 31 agosto 2024
Jon Groom | Luca Serra
Reggio Emilia, VV8artecontemporanea
Un intinerario visivo attraverso la narrazione poetica dei due protagonisti. Il lavoro di Groom può essere suddiviso in tre pratiche: i dipinti, gli acquarelli e le opere murali. Facendo costantemente riferimento a un vocabolario ridotto e alla sua ripetizione, il lavoro di Groom può essere paragonato a un Mandala o a un Mantra. Luca Serra nato a Bologna nel 1962 ma, residente da anni in Almeria, presenta un nuovo ciclo di opere di piccolo e medio formato dal titolo “Oscuras Flores” tutto calibrato su due tonalità cromatiche il blu e il nero.

fino al 28 luglio 2024
Silvia Rosi. Disintegrata
Reggio Emilia, Collezione Maramotti
In occasione di Fotografia Europea, la prima mostra personale istituzionale italiana di Silvia Rosi. L’artista ha percorso il territorio nazionale tra il 2023 e il 2024 per raccogliere centinaia di fotografie ordinarie, tra scatti occasionali e album di famiglia, che raccontano la quotidianità di chi, giunto dall’Africa prima del Duemila, ritrae sé e la propria vita. Il progetto finale comprende venti nuove opere fotografiche, alcune immagini in movimento e un nucleo di fotografie d’archivio frutto della ricerca sul campo. Il risultato? Un’esplorazione e una messa in scena, attraversata da verve umoristica, dell’immaginario contemporaneo legato alla “italianità”.

fino al 28 luglio 2024
Manuele Cerutti. Quem Genuit Adoravit
Reggio Emilia, Collezione Maramotti
Partendo da esperienze autobiografiche semplici quanto intense – la propria paternità e i primi anni di vita del figlio – il pittore torinese Manuele Cerutti espone, presso la Pattern Room della Collezione Maramotti, un nuovo corpus di dipinti e opere su carta specificamente sviluppato in una dimensione progettuale originale. L’artista si è focalizzato sulla creazione di un’entità destinata ad assumere, inaspettatamente, sembianze infantili: una creazione inconsapevole, quasi involontaria, che attinge largamente al vissuto vegetativo delle piante e, nella tradizione alchemica, dei minerali.



fino al 29 giugno 2024
Fake, ingannati e ingannatori
Parma, Museo d’Arte Cinese ed Etnografico
Un viaggio nel falso tra le culture del mondo. Il tema del falso d’arte, così come del falso storico, arrovella critici e studiosi d’arte e anche nell’etnografia e nelle arti asiatiche le carte si possono mescolare, gli stili confondere e si può facilmente tornare indietro nel tempo utilizzando stilemi e tecniche del passato con manualità e sensibilità contemporanee. Tutte le 23 opere di questa mostra, fino ad oggi mai esposte al pubblico, sono state oggetto nel Novecento di grande dibattito tra gli studiosi, alcuni schierati sulla originalità delle stesse, altri sulla loro evidente falsità.




fino al 25 agosto 2024
Zitt! Zitt! Arriva Lupo Alberto. Silver, 50 anni da lupo
Modena, FMAV – Palazzo Santa Margherita
Una mostra, a cura di Francesca Fontana e Lorenzo Respi, che celebra i 50 anni del fumetto Lupo Alberto, esordiente nel 1974 sulle pagine del Corriere dei Ragazzi. Nato in terra modenese dalla matita di un giovanissimo Guido Silvestri aka Silver (Carpi, 1952), insieme a tutta la fattoria McKenzie riesce in breve tempo a conquistare il cuore degli italiani garantendosi una longevità che pochi altri fumetti possono vantare: basti pensare che il periodico del Lupo ha superato i 440 numeri. 

fino al 15 settembre 2024
Facce da Biennale
Modena, Palazzina dei Giardini
L’esposizione, a cura di Chiara Dall’Olio, presenta 106 fotografie in bianco e nero selezionate dal fondo di oltre 10.000 scatti “Archivio Arte Fondazione”, di proprietà di Fondazione di Modena, costituito da negativi su pellicola 6×6 cm realizzati dell’agenzia fotografica Cameraphoto di Venezia. Le immagini in mostra raccontano la più importante manifestazione di arte contemporanea italiana riconosciuta in tutto il mondo, la Biennale di Venezia, utilizzando il punto di vista dei suoi visitatori. Le fotografie rappresentano le inaugurazioni delle principali mostre allestite all’interno dei padiglioni nazionali nell’arco temporale tra il 1948 e il 1986.

fino al 6 ottobre 2024
Marina Caneve. A terra tra gli animali
Modena, Palazzo Santa Margherita
Nella mostra, a cura di Daniele De Luigi, Marina Caneve esplora le ambiguità insite nel ruolo di dominio che l’uomo esercita sulla natura e le tensioni che emergono dalla sua relazione con gli altri animali. A partire da uno studio analitico del progetto Natura 2000, la rete di corridoi ecologici promossi dall’Unione Europea per preservare la biodiversità, l’artista tocca temi chiave come migrazione e libertà di movimento, i diritti degli animali non umani, la conservazione degli ecosistemi e, in ultima analisi, la possibilità di ripensare al ruolo dell’essere umano nel mondo.




fino al 28 luglio 2024
Da Felice Giani a Luigi Serra. L’Ottocento nelle Collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna
Bologna, Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni
La mostra riunisce per la prima volta le principali opere dell’Ottocento bolognese appartenenti alle Collezioni d’arte e di storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna. Un centinaio di capolavori solitamente non visibili tra dipinti, disegni, acquerelli, sculture, incisioni e maioliche. Il visitatore avrà modo di ammirare una selezione di opere di artisti come Felice Giani e Pelagio Palagi, Clemente Albèri e Pietro Fancelli, Antonio Basoli e Giacomo De Maria fino a Luigi Busi, Alessandro Guardassoni, Giovanni Masotti, Luigi Serra e tanti altri.

fino al 13 luglio 2024
FRONTIERA 40 Italian Style Writing 1984-2024
Bologna, MAMbo
A quarant’anni dalla storica mostra “postuma” “Arte di frontiera. New York Graffiti” della celebre critica Francesca Alinovi (1948-1983), questo progetto curato da Fabiola Naldi si focalizza su diverse generazioni di writers italiani che hanno spinto la propria ricerca verso nuove possibilità di espressione nell’orizzonte in movimento della pittura ambientale. In mostra anche bozzetti e testimonianze del processo creativo: dispositivi espressivi unici, prioritari e generativi dello stile di ciascun autore.

fino al 4 agosto 2024
Bologna Fotografata. Persone, luoghi, fotografi
Bologna, Sottopasso di Piazza Re Enzo
Nuovamente “Bologna Fotografata”, come la prima fortunata mostra allestita nel 2017. Un percorso cronologico che va dalla fine dell’Ottocento ai primi anni Novanta del Novecento arricchito da “un nuovo racconto – spiega il curatore Giuseppe Savini – compiuto utilizzando i ritratti, le foto di cronaca, le immagini pubblicitarie, le schede della questura, gli album di famiglia e molto altro”.

fino al 25 agosto 2024
I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer
Bologna, Museo Civico Archeologico
Una mostra multimediale nata per celebrare la figura di Enrico Berlinguer, in occasione del centenario della nascita e a quaranta anni dalla morte. Enrico Berlinguer (Sassari, 25 maggio 1922 – Padova, 11 giugno 1984) è stato uno dei protagonisti della storia politica del Novecento. L’obiettivo è quello di contribuire a ravvivare il lascito politico di Enrico Berlinguer ripercorrendone la biografia attraverso materiali originali audiovisivi, sonori, fotografici e documenti di archivio. Il percorso espositivo, a cura di Alessandro d’Onofrio, Alexander Höbel, Gregorio Sorgonà e Carlo De Maria, si articola in cinque principali sezioni tematiche: Gli affetti, Il dirigente, Nella crisi italiana, La dimensione globale, Attualità e futuro.

fino al 8 settembre 2024
Stregherie
Bologna, Palazzo Pallavicini
Una mostra che unisce oscene incisioni antiche, inquietanti opere d’arte contemporanea, testi cinquecenteschi maledetti e talismani storici, per spalancare una finestra sul mondo arcano e sulla figura affascinante della strega. Per la prima volta a Bologna, una vastissima collezione di trattati di magia occulta, feticci e strumenti rituali per raccontare ed evocare i riti, le storie e il folclore delle streghe, con una sezione speciale su Gentile Budrioli, la “strega enormissima” di Bologna.

fino al 29 settembre 2024
Robert Kuśmirowski. P E R S O [A] N O M A L I A
Bologna, MAMbo | Sala delle Ciminiere
UIn occasione del 44° anniversario della strage di Ustica, il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna ospita nello spazio della Sala delle Ciminiere una grande mostra personale di Robert Kuśmirowski, per ricordare questo tragico evento attraverso il linguaggio del contemporaneo. La mostra, pensata come una sorta di prosecuzione del legame tra arte e memoria che annualmente arricchisce il palinsesto di iniziative attorno al Museo per la Memoria di Ustica, vuole richiamare i giovani e gli spettatori ad approfondire il loro sentire e il loro legame con vicende che non li hanno direttamente coinvolti ma che hanno segnato la storia del nostro paese.

fino al 13 ottobre 2024
Una ricerca polivalente. Esperienze dal Centro Video Arte di Ferrara
Bologna, MAMbo – Project Room
Nel 1973-74 nasceva, come articolazione della Galleria Civica d’Arte Moderna di Ferrara, il Centro Video Arte, ideato e diretto da Lola Bonora per esplorare le potenzialità del videotape in campo museale e offrire ad artisti italiani e stranieri la possibilità di sperimentare questo nuovo strumento tecnologico. A circa cinquant’anni dall’apertura del Centro e a trenta dalla sua chiusura, la mostra, resa possibile dalla collaborazione tra il MAMbo e le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, rende omaggio all’unico centro pubblico italiano espressamente dedicato alla produzione di video-tape in campo artistico, rinnovando i rapporti di scambio tra i due musei e ampliando il capitolo relativo al Centro Video Arte nella sezione dedicata alla performance delle collezioni permanenti del MAMbo.




fino al 21 luglio 2024
Escher

Ferrara, Palazzo dei Diamanti
Dai teoremi geometrici alle intuizioni matematiche, dalle riflessioni filosofiche ai paradossi della logica: nelle creazioni del grande maestro olandese Maurits Cornelis Escher (1898-1972), vissuto in Italia fra le due guerre, confluiscono innumerevoli temi e suggestioni. Le sue inconfondibili opere, riscoperte in epoca recente e che hanno influenzato anche il mondo del design, del cinema e della pubblicità, sono una sfida alla percezione e rappresentano un unicum nel panorama della storia dell’arte di tutti i tempi.



fino al 13 ottobre 2024
Gio Ponti. Ceramiche 1922-1967

Faenza (RA), MIC
Figura ineguagliata di architetto, designer e intellettuale, Gio Ponti fu uno dei massimi divulgatori del cosiddetto Made in Italy già a partire dagli anni Venti, quando divenne direttore artistico della Richard Ginori. A lui si devono la fondazione di due riviste fondamentali come Domus e Stile nonché la progettazione e realizzazione del Grattacielo Pirelli a Milano, capolavoro del razionalismo italiano. La mostra faentina ne esplora la produzione di ceramiche con oltre duecento opere in un percorso espositivo arricchito anche dal film “Amare Gio Ponti” diretto da Francesca Molteni.



fino al 28 luglio 2024
Martin Parr. Short & Sweet
Milano, Mudec
A partire dai primi lavori in bianco e nero fino ai temi più cari a Parr – dalle ‘vite da spiaggia’ al turismo – il progetto espositivo, curato in prima persona dall’artista, espone oltre 60 fotografie selezionate da Parr appositamente per questo progetto e presentate insieme al corpus di immagini della serie che lo ha reso famoso, Common Sense, con oltre 200 fotografie tra le 350 esposte nella mostra omonima del 1999 che esplorano la realtà plastificata e pacchiana del mondo occidentale.

fino al 28 luglio 2024
Nari Ward. Ground Break
Milano, Pirelli HangarBicocca
La ricerca di Nari Ward, giamaicano di stanza a New York, star dell’arte mondiale, si nutre della performatività e di progetti incentrati sulla collaborazione. Le sue opere comprendono video, lavori sonori, sculture e installazioni. Con gli intrecci e le giustapposizioni di elementi di recupero, Ward allude così a società e politica, affronta temi relativi all’identità e alle questioni razziali, alla giustizia e al consumismo, e crea opere toccanti in cui concetti e domande spirituali si incontrano.

fino al 23 settembre 2024
Pino Pascali
Milano, Fondazione Prada
Leggenda spezzata degli anni Sessanta, quella di Pino Pascali (1935-1968) è una delle figure italiane più influenti e stimate dell’arte mondiale. La mostra della Fondazione Prada ne esplora in particolar modo la produzione scultorea attraverso un percorso originale in tre spazi con quarantanove opere, nove lavori di artisti “colleghi” del secondo dopoguerra, una selezione di fotografie e video firmati, tra gli altri, da autori come Claudio Abate, Andrea Taverna e Ugo Mulas, che ritraggono la sua “tipica” interazione con le opere.

fino al 12 gennaio 2025
Gae Aulenti (1927-2012)
Milano, Triennale
Un’ampia retrospettiva dedicata a Gae Aulenti (1927-2012), una delle figure più rappresentative dell’architettura e del design contemporanei. In oltre sessant’anni di carriera, la poliedrica progettista ha toccato numerosi ambiti: dal disegno a scala urbana all’exhibition design, dall’architettura del paesaggio alla progettazione degli interni, dal furniture design alla grafica, fino alla scenografia teatrale. La vicenda di Gae Aulenti è presentata in forme analitiche e spettacolari, per raccontare un modo personale di vedere, immaginare e progettare la realtà che ha segnato contesti italiani e stranieri del secondo Novecento. Il percorso espositivo è costituito da ambienti in scala 1:1, grazie ai materiali originali conservati nell’archivio milanese dell’architetto, tra disegni, fotografie e maquette.




fino al 21 luglio 2024
Anselm Kiefer. Angeli caduti
Firenze, Palazzo Strozzi
Un percorso tra lavori storici e nuove produzioni, un viaggio attraverso allegorie, figure e forme che riflettono su identità, poesia, vicende storiche. Utilizzando pittura, scultura, installazione e fotografia, l’arte di Anselm Kiefer (1945) propone un percorso di introspezione sull’essere umano, esplorando le connessioni tra passato, presente e futuro. Fin dai suoi esordi alla fine degli anni Sessanta, quello che è forse il maggior artista vivente realizza una profonda e stratificata ricerca sui temi della memoria e del mito, della letteratura e della filosofia.



fino al 1 settembre 2024
Cristina Mittermeier. La grande saggezza
Torino, Gallerie d’Italia
La fotografa e attivista Cristina Mittermeier per oltre vent’anni ha documentato l’ormai fragile stato del nostro pianeta. Ha vissuto a contatto con la natura più selvaggia e con le popolazioni indigene che la abitano. Gallerie d’Italia – Torino ospita la prima retrospettiva in Europa a lei dedicata, a cura di Lauren Johnston e in collaborazione con National Geographic. In esposizione 90 fotografie che raccontano la bellezza e la fragilità della natura e lo spirito che accomuna le comunità indigene che ancora vivono nel suo rispetto e in equilibrio con la flora e la fauna mosse da quella saggezza che le civiltà occidentali sembrano aver smarrito.




fino al 13 ottobre 2024
La Linea Insubrica
Merano (BZ), Kunst Merano Arte
“La Linea Insubrica” è la mostra d’esordio di The Invention of Europe. A tricontinental narrative (2024-2027), programma curatoriale triennale in cui mostre e programmi pubblici riflettono criticamente sull’idea monolitica d’Europa. L’esposizione collettiva raduna un gruppo di artiste e artisti legati al continente africano (con una particolare attenzione a coloro che operano in Italia ed Austria), attorno all’immagine speculativa della “linea Insubrica”, geo-punto che attraversa la città di Merano e cucitura nella superficie terrestre emersa a seguito della collisione tra la placca tettonica europea e quella africana. La narrazione dell’identità e purezza europea è decostruita a partire da una realtà geologica: l’immagine orografica della linea che, visibile attualmente come una cicatrice, materializza la complessità della storia, iniziata, nel caso dell’incontro tra Africa ed Europa, 65 milioni di anni fa.

immagine in evidenza: Veduta della mostra “Una ricerca polivalente. Esperienze dal Centro Video Arte di Ferrara” (foto di Ornella De Carlo)