L'Ultimo Concerto?
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Il silenzio dei live club e degli artisti a “L’Ultimo Concerto?”

Non c’è stato nessun concerto in diretta streaming, solo il silenzio degli artisti nei locali vuoti. Per dare il senso della difficile situazione in cui si trova il settore

L’Ultimo Concerto?” non era, come annunciato, una serie di concerti in diretta streaming da 130 locali italiani, a un anno dagli ultimi live che è stato possibile organizzare col pubblico. Alle 21 di sabato 27 febbraio collegandosi al sito www.ultimoconcerto.it non abbiamo trovato esibizioni dal vivo per sostenere la causa dei live club in crisi ma il silenzio e una richiesta d’aiuto.



Un muro di silenzio

«Vi aspettavate di vedere un concerto, invece vi siete trovati davanti a un muro di silenzio. Non vi abbiamo preso in giro. I vostri artisti non vi hanno voluto fare un brutto scherzo. Abbiamo voluto trasmettervi un messaggio. Farvi capire qual è la situazione in cui ci troviamo. Da un anno, siamo obbligati al silenzio e cerchiamo di galleggiare, di preservarci per un futuro che ogni giorno sembra allontanarsi – si legge sul sito di “L’Ultimo Concerto?” – Abbiamo voluto condividere con voi queste sensazioni e, con ancora questo sapore amaro in gola, vi chiediamo tutto il supporto e la comprensione di cui abbiamo bisogno.

Nei video pubblicati, al posto dell’annunciata diretta streaming, gli artisti coinvolti – tra cui Diodato, Brunori Sas, Manuel Agnelli, Ligabue, Lo Stato Sociale, Giorgio Canali, gli Zen Circus – sono saliti sui palchi dei locali, hanno montato gli strumenti, molti hanno mostrato i momenti che precedono l’inizio dell’esibizione ma poi non c’è stato nessun concerto. C’è chi è rimasto in silenzio, chi ha spiegato le motivazioni, chi ha usato cartelli, tutti hanno mostrato lo spazio vuoto dei locali.

La playlist di Youtube con tutti i video prodotti dagli artisti che hanno aderito a “L’Ultimo Concerto?”

Le reazioni

I video, ora raccolti in una playlist su Youtube, hanno suscitato molte reazioni tra gli appassionati. Alcune di sostegno e di comprensione, altre di delusione e frustrazione. C’è chi ha fatto notare che l’iniziativa avrebbe sbagliato target (gli appassionati di concerti sono già sensibili ai problemi del settore), chi appoggia la scelta provocatoria di “L’Ultimo Concerto?” sostenendo che certe reazioni dimostrano che questa sensibilità invece manca.

Il Prossimo Concerto

Di sicuro, la scelta di “L’Ultimo Concerto?“, iniziativa organizzata e promossa da KeepOn Live, Arci nazionale e Assomusica, in collaborazione con Live DMA, ha fatto e farà palare. Come indicato in un manifesto pubblicato sul sito, si chiede che si salvino i concerti con una riforma del settore e che venga riconosciuto il valore e il ruolo dei live club, anche con contributi economici, al pari di quello che avviene per i cinema e i teatri.

«Un grazie immenso a tutti gli artisti che hanno preso parte a questa iniziativa – si legge sul sito – è stato emozionante rivederli nelle varie forme, ancora una volta qui, sui nostri palchi, nelle scorse settimane. È stato un colpo al cuore per tutti noi avere l’occasione di riaccendere le luci, i microfoni, le casse, anche solo per poche ore. Questa era la nostra vita fino a un anno fa e vogliamo tornare a viverla. Con voi. Per farlo ora più che mai abbiamo bisogno di essere riconosciuti, di essere adeguatamente sostenuti e promossi, desideriamo essere citati come luoghi di cultura, al pari di cinema e teatri, e non scomparire nel silenzio. Grazie quindi per la vostra partecipazione, per il vostro incoraggiamento, e per la vostra presenza qui, ora, in questo momento che ci auguriamo possa rappresentare una svolta. Da oggi inizia per noi una nuova fase, da oggi vogliamo parlare del prossimo concerto».