Fotografia Europea 2021 - Tottori, Marco Di Noia
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“Largo ai sognatori”, il programma di Fotografia Europea 2021

Dal 21 maggio a Reggio Emilia torna il festival Fotografia Europea, con un ricco programma di mostre fotografiche nelle sedi e open air

Dopo la cancellazione dell’edizione 2020 a causa dell’emergenza sanitaria, il festival Fotografia Europea torna a Reggio Emilia dal 21 maggio al 4 luglio 2021 con un ricco programma di mostre fotografiche ed eventi nelle sedi e open air, con un’anteprima il 15 e 16 maggio.

Promosso e prodotto da Fondazione Palazzo Magnani insieme al Comune di Reggio Emilia e con il contributo della Regione Emilia-Romagna, la sedicesima edizione di Fotografia Europea avrà una rinnovata direzione artistica, in cui Diane Dufour – direttrice fino al 2007 di Magnum Photos, fondatrice dello spazio espositivo Le Bal (Parigi), collaboratrice di Fotografia Europea dal 2015 al 2017 – e Tim Clark – curatore e docente, fondatore e capo redattore del magazine online di fotografia 1000 Words – affiancano Walter Guadagnini, combinando sguardi internazionali e sensibilità differenti.

Il tema 2021 del festival si ispira a un celebre verso di Gianni Rodari “Sulla Luna e sulla Terra / fate largo ai sognatori!” ed è un invito ad affidarsi alla fantasia e agli artisti per trovare prospettive nuove e necessarie, soprattutto in questo periodo di spaesamento.

Untitled, Yonaguni, 2019 ©Hamzehian/Mortarotti

Le mostre di Fotografia Europea ai Chiostri di San Pietro

Anche per questa edizione del festival il maggior numero di mostre è concentrato ai Chiostri di San Pietro con nove esposizioni. I fotografi Vittorio Mortarotti e Anush Hamzehian espongono “L’Isola”, risultato della committenza conferita lo scorso anno da Fotografia Europea, mentre Noémie Goudal presenta “Telluris”, in cui fa convivere geografie reali e teoriche, creando uno spazio tra la realtà fisica e la sua rappresentazione mentale.

David Jiménez con “Aura” gioca con i limiti della percezione, mentre Raymond Meeks con il progetto “Halfstory Halflife”, realizzato alle cascate delle Catskill Mountains di New York, indaga l’amicizia e la giovinezza. Donovan Wylie con “The Tower Series” esamina le architetture, per lo più invisibili, che intrecciano la presenza del conflitto nel tessuto della vita quotidiana, invece Piergiorgio Casotti ed Emanuele Brutti nel progetto “INDEX G”, curato da Fiorenza Pinna, mettono in scena una specie di opera teatrale del silenzio, fatta di assenza di personaggi e delle loro storie peculiari, in cui le cose viste e raccontate rimangono non dette e sospese nel tempo.


Concludono il percorso espositivo del primo piano due giovani artiste: Lebohang Kganye che presenta “Tell Tale” e la nuova produzione “In Search for Memory” in cui affronta storie contrastanti raccontate in più modi, in una combinazione di memoria e fantasia e Yasmina Benabderrahmane che presenta “La Bete”, un viaggio attraverso le dune di sabbia e le pianure del Marocco, suo paese natale, tentando, attraverso il linguaggio visivo, di recuperare ciò che ha perso in quattordici anni di assenza.

David Jiménez, Diptych 81, 2016

Nelle sale al piano terra, infine, è esposta “Universo Dentro” mostra personale dell’artista Sophie Whettnall a cura di Carine Fol, realizzata in partnership con la Centrale for Contemporary Art di Bruxelles. La scelta di esporre il lavoro di un’artista accanto a quello dei fotografi nasce dall’uso peculiare fatto dalla Whettnal del mezzo fotografico, mezzo di archiviazione e fonte di ispirazione.

A Palazzo Magnani prorogata “True Fictions”

Palazzo Magnani ripropone la mostra “True Fictions – Fotografia visionaria dagli anni ’70 ad oggi“, curata da Walter Guadagnini e allestita per l’autunno, ma rimasta aperta per sole tre settimane. L’esposizione ha comunque riscontrato un grande interesse di pubblico grazie alle apprezzate attività virtuali proposte e sarà finalmente visitabile in presenza fino al 4 luglio con nuovi grandi nomi. Si tratta della prima antologica in Italia dedicata al fenomeno della staged photography, la tendenza che, a partire dagli anni Ottanta, ha rivoluzionato il linguaggio fotografico e la collocazione della fotografia nell’ambito delle arti contemporanee mostrando il lato più immaginifico della fotografia.

Sandy Skoglund, True Fiction Two, 1986-2004

Le mostre a Palazzo da Mosto

A Palazzo da Mosto il primo piano ospita la mostra “Camere che sognarono camere”, da un’idea di Thomas Demand e Martin Boyce, progetto di Sabine Vollmann-Schipper e Laura Gasparini per la Collezione d’arte contemporanea Girefin di Reggio Emilia. Un dialogo tra due artisti che lavorano ad ampio raggio con più materiali e linguaggi che offrirà un’esperienza stimolante e complessa in cui si sovrappongono riferimenti, associazioni e narrazioni. Al piano terra l’esposizione “Home Is Where One Starts From” dedicata ai Photobooks, presenta una selezione di libri sia di natura documentaria che artistica che affrontano il tema dell’abitazione nella molteplicità dei suoi significati, la cui essenza sta nel rapporto tra dimensione fisica e intima di chi la vive.

Alex Majoli, Scene #0410, GREECE. Lesbos. Mytilene, 2015

Gli allestimenti open air

Per la prima volta nella storia del festival e in anteprima rispetto alla sua inaugurazione, il 15 maggio 2021 otto progetti di fotografi contemporanei saranno protagonisti di allestimenti unici open air in otto aree cittadine: un modo diverso di vivere la fotografia, pensato per convivere al meglio con le restrizioni che ci accompagneranno ancora nei prossimi mesi e per essere fruito da un pubblico ampio in qualsiasi condizione.

Alex Majoli presenta “Opera Aperta”, un progetto commissionato e prodotto dalla Fondazione I Teatri e da Reggio Parma Festival, in collaborazione con Fotografia Europea, in cui interpreta il tema del teatro e il suo legame con la città. Joan Fontcuberta presenta un importante progetto partecipativo, realizzato per donare a Reggio Emilia un’opera permanente dedicata alle collezioni di Palazzo dei Musei, da sempre fonte di ispirazione per il fotografo catalano. Al Parco del Popolo Jeff Mermelstein espone “#nyc”, un’indagine multiforme, comica e straziante sulla vita contemporanea. “Virus” di Antoine d’Agata, progetto dedicato all’epidemia Covid-19, sarà allestito sulle finestre di un palazzo di via Secchi. Infine in Piazza Vittoria la mostra “Eden” di Soham Gupta sarà dedicata a una città immaginaria che progressivamente lascia spazio alla natura. Accanto a queste anche la mostra del fotografo vincitore della Open Call lanciata dal festival grazie al sostegno di Iren: Marco Di Noia con il progetto “Tottori” racconta la storia di uno strano fenomeno astronomico, una storia immaginata che diventa fotografia, illustrazione e video: un’opera multimediale ispirata alle dune di una piccola e tranquilla città sulla costa occidentale del Giappone. Con lo spazio aperto si confronteranno anche i ragazzi dello Speciale Diciottoventicinque, il percorso formativo organizzato da Fotografia Europea al termine del quale gli otto ragazzi tra i 18 e i 25 anni, guidati dalla tutor Sara Munari, allestiranno “Terra – Luna“, un progetto fotografico che coinvolgerà i visitatori in una riflessione sulla fotografia tramite il gioco.

#nyc, 2017 © Jeff Mermelstein

Il progetto open air di Spazio Gerra

Anche Spazio Gerra quest’anno ha pensato la propria proposta espositiva con un’installazione nel giardino retrostante la propria struttura. In “Back to land”, cinque artisti nazionali e internazionali sono chiamati a connettere il tema di Fotografia Europea con una riflessione critica dedicata alle aree rurali regionali, in un’ottica di valorizzazione e rilancio di stili di vita oggi possibili anche grazie alle nuove tecnologie.

Giovane Fotografia Italiana ai Chiostri di San Domenico

Ai Chiostri di San Domenico va in mostra la Giovane Fotografia Italiana, progetto del Comune di Reggio Emilia alla sua ottava edizione, che valorizza i talenti della fotografia italiana contemporanea under 35. Nell’esposizione collettiva “RECONSTRUCTION” i progetti di Domenico Camarda, Irene Fenara, Alisa Martynova, Francesca Pili, Vaste Programme (Leonardo Magrelli, Alessandro Tini, Giulia Vigna), Martina Zanin, Elena Zottola, scelti da una giuria internazionale composta dai curatori Ilaria Campioli e Daniele De Luigi e dai rappresentanti dei festival partner, esplorano la combinazione tra fotografia e immaginazione per tentare una più autentica comprensione del reale.

Francesca Pili, #ABRUXAUS

Le mostre alla Biblioteca Panizzi e ai Musei Civici

La Biblioteca Panizzi con “Tesori in mostra” espone alcuni tra i suoi oggetti più preziosi, raccolti in oltre due secoli, che sono diventati patrimonio e orgoglio della città, mentre i Musei Civici con “Incontri! Arte e persone” espongono gli scatti nati dal lungo laboratorio che ha coinvolto il fotografo Luca Manfredi e persone con fragilità: un’idea nata dal progetto B. Diritto alla bellezza di Reggio Città senza Barriere, dedicato all’incontro tra creatività e fragilità.

Il Circuito Off

Anche per questa edizione il Circuito Off, la sezione indipendente che ogni anno vede il fiorire spontaneo di centinaia di mostre cittadine, presenta progetti di fotografi professionisti accanto a giovani alle prime esperienze, appassionati e associazioni: negozi, ristoranti, studi, cortili e case private, sedi storiche, gallerie d’arte, esposizioni in vetrina o open air, garantiranno in quest’anno così particolare una fruizione ampia e in qualsiasi condizione. Parte di questo circuito è anche il progetto OFF@school che coinvolge le scuole di tutta la provincia di Reggio Emilia. La call per partecipare al Circuito Off è aperta fino al 16 aprile.

La novità di Photonica, immagini e musica elettronica

Novità assoluta di questa edizione è Photonica, progetto musicale realizzato in collaborazione con The Italian New Wave – format di Club To Club Festival per promuovere la nuova creatività musicale italiana – con la direzione artistica di Max Casacci, produttore e fondatore dei Subsonica, in cui la commistione tra
immagini e musica elettronica costruisce una declinazione musicale di Fotografia Europea.


Conferenze, incontri, workshop

Accanto alle mostre accompagna il festival un calendario di appuntamenti pensato non solo per le tre giornate inaugurali – 21, 22, 23 maggio – ma che anche nelle settimane successive fino al 4 luglio: conferenze, incontri con gli artisti, presentazione di libri, book signing, letture portfolio, workshop, un bookfair dedicato agli editori indipendenti e spettacoli pensati per alimentare un confronto culturale che partendo dalla fotografia affronti anche temi trasversali.

Il festival come segno di speranza, rinascita e creatività

Dopo questo lungo anno di incertezze Fondazione Palazzo Magnani e il Comune di Reggio Emilia si impegnano a realizzare Fotografia Europea 2021 come segno di speranza, rinascita e creatività. Nel rispetto delle norme di sicurezza, a tutela di ogni partecipante, in tutti gli ambienti sarà garantito il distanziamento e l’obbligatorietà dell’uso della mascherina; qualora non dovesse essere possibile aprire gli spazi espositivi, le mostre saranno visibili in modalità online, e ogni incontro e conferenza verrà diffuso anche in diretta streaming.

Donovan Wylie, R12 Northern Ireland 2015

La rete di Fotografia Europea

Prosegue infine la collaborazione di Fotografia Europea con le più importanti istituzioni culturali del territorio, che quest’anno vedono in particolare il coinvolgimento del MAST di Bologna, della Collezione Maramotti di Reggio Emilia con le mostre “Show Case. L’archivio esposto” e “Mollino/Insides”, e di Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea di Rubiera che esporrà le mostre “Lunario” di Guido Guidi e “Quattro Cortili” di Luca Nostri.